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Vigoleno nei secoli XII-XIV

LE PRIME NOTIZIE SUL CASTELLO

 

Sorto probabilmente da un primitivo nucleo militare longobardo, il borgo di Vigoleno emerse dalle nebbie della Storia nel secolo XII: risalgono infatti a quel periodo alcune scritture notarili che dimostrano non soltanto l’effettiva esistenza del borgo, ma anche la presenza di elementi fortificati costruiti a sua difesa. La prima di queste citazioni risale al 1147, ed è riferita ad una casa «infra castrum Vigoleni» donata all’abbazia di Chiaravalle della Colomba; una successiva attestazione risale invece al 1164, e riguarda ancora una volta una promessa di donazione al monastero di Chiaravalle, stipulata «in castello Vigoleni». Come si vede, nel secolo XII il borgo di Vigoleno era già qualificato come castrum, ossia come insediamento fortificato, forse cinto da una primitiva cerchia muraria sulla quale furono apportati, nel corso dei secoli, i numerosi adeguamenti e le modifiche strutturali che diedero infine al borgo il suo aspetto attuale. Ad oggi, è assai difficile stabilire quali fossero le caratteristiche dell’antico castrum nel secolo XII: i documenti medievali non forniscono alcun dettaglio sulla consistenza delle opere difensive, né sull’articolazione degli ambienti interni al vero e proprio castello, raccordato alle mura del borgo e inteso come un edificio misto, militare e abitativo. Nelle stanze del castello (all’epoca ancora molto spartane) doveva essere alloggiata la guarnigione posta a difesa del borgo: a tal proposito, lo storico medievale piacentino Giovanni Codagnello, vissuto nella prima metà del secolo XIII, ricorda che nel 1238 venne dislocato a Vigoleno un nutrito reparto di balestrieri. Non sappiamo a quale potentato obbedissero gli armigeri ricordati dal Codagnello, ma è assai probabile che fossero stipendiati dal Libero Comune di Piacenza: gli studiosi locali ritengono infatti che il borgo di Vigoleno, inizialmente sottoposto alla signoria feudale dei Pallavicino, si fosse poi emancipato ottenendo la protezione comunale piacentina fin dal 1141.

IL BORGO E LA SUA PIEVE

 

Tra i secoli XII e XIII il borgo di Vigoleno acquisì una solida identità comunitaria, celebrata con la costruzione della pieve di S. Giorgio, ancora oggi apprezzabile nelle sue forme romaniche. L’esistenza della chiesa è documentata per la prima volta in una pergamena del 1223, tuttora conservata nell’archivio parrocchiale. Stando all’analisi degli studiosi, lo stile e le strutture dell’edificio sembrano però riconducibili ad un cantiere del pieno secolo XII, che a sua volta potrebbe aver modificato o ricostruito un luogo di culto più antico, danneggiato dal grande terremoto del 1117 (che distrusse l’antica Cattedrale di Piacenza): significativa, nel merito, è la presenza di un bassorilievo rozzamente scolpito nelle forme di un pellegrino (o forse di un uomo in preghiera), attualmente collocato nella parte superiore della facciata e da molti ritenuto un elemento recuperato da precedenti strutture alto-medievali. Già nel documento del 1223 la chiesa di S. Giorgio è indicata come pieve, sia pure sottoposta ad una controversa e contestata dipendenza dalla plebana di Castell’Arquato: dopo annosi contrasti, l’autonomia ecclesiastica di Vigoleno venne definitivamente ratificata solo nel 1346.

Nel corso dei secoli, di pari passo con la sua importanza la pieve di S. Giorgio accrebbe anche la dignità artistica: fin dal tempo del cantiere romanico l’ingresso principale della chiesa era vigilato dalla magnifica lunetta scolpita nelle forme del Santo cavaliere, già caro ai Longobardi e rivisitato nel secolo XII come modello iconografico del guerriero cristiano, in omaggio alle Crociate. Alla fase romanica fece seguito un secondo adattamento, compiuto forse tra secoli XIII e XIV, che portò al sopralzo delle navate e alla loro successiva copertura (un secolo dopo) con volte a crociera. Ad un’ulteriore fase di transizione tra il tardo-Gotico e il primo Rinascimento (secoli XIV-XV) risalgono infine gli affreschi a tema sacro, probabilmente patrocinati dalla nobile famiglia Scotti (infeudata a Vigoleno tra il 1385 ed il 1404) e ancora oggi apprezzabili nell’abside maggiore e lungo le navate. Numerosi e ben riconoscibili sono anche i diversi simboli lapidei riferiti probabilmente al transito dei pellegrini (Rosa Comacina), all’educazione morale dei fedeli (vizi personificati da mostri deformi) e ai dogmi fondamentali del Cristianesimo (la Trinità).

GLI EVENTI MILITARI DEL TRECENTO

 

Il borgo di Vigoleno occupava un’importante posizione strategica: l’insediamento sorgeva sul confine tre la attuali province di Parma e di Piacenza, e le sue fortificazioni presidiavano una bretella minore della Via degli Abati nonché la strada per le vicine pozze saline di Bacedasco (PC) e di Salsomaggiore (PR). In virtù di questa sua attestazione, il borgo fu ripetutamente conteso tra le diverse fazioni politiche che si avvicendarono nel turbolento governo signorile di Piacenza per tutto il Trecento. Stando alla storiografia locale, il primo assedio si verificò nel 1306, quando le truppe di Pietro Mancassola conquistarono il borgo di Vigoleno per ordine del condottiero guelfo Alberto Scotti (genero dello stesso Mancassola). Lo Scotti era stato fino a pochi anni prima signore perpetuo di Piacenza, fino a quando una sollevazione dei ghibellini (appoggiati dai Visconti di Milano) lo aveva infine deposto e cacciato dalla città; ormai esule, lo Scotti si era arroccato nei castelli del contado, ingaggiando una feroce guerriglia contro le milizie ghibelline e viscontee. Determinato a conservare il controllo su Vigoleno, il Mancassola provvide al potenziamento delle strutture difensive del borgo, così da sostenere il prevedibile contrattacco nemico: il suo impegno risultò comunque vano, dal momento che i ghibellini (con l’apporto di milizie parmigiane) riconquistarono Vigoleno poco tempo dopo, demolendone le fortificazioni. Caduto lo Scotti prigioniero dei Visconti (1317), l’intero territorio piacentino si ritrovò incluso nei domini dei Visconti di Milano, seguendo così le sorti politiche e militari del potente casato lombardo. In tale contesto, nuovi eventi bellici si verificarono a Vigoleno nel 1373, quando il borgo fu conquistato dalle truppe pontificie del cardinale Pierre d’Estaing, in lotta contro Bernabò e Galeazzo II Visconti. L’occupazione papale fu tuttavia breve: i soldati del cardinale, ridotti di numero, inviarono infatti vari messaggeri per richiedere l’invio di rinforzi; le staffette furono però catturate dal condottiero visconteo Giovanni Anguissola, che decise di attaccare Vigoleno, consapevole della debolezza delle forze nemiche. Escogitando un astuto stratagemma, l’Anguissola riuscì infine ad entrare nel borgo, disarmando e catturando senza fatica la piccola guarnigione papale.

Guerre 300
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